Il 20 novembre scorso Salvatore Capone (PD) ha presentato un’interrogazione parlamentare riguardo la possibilità di un’attività di monitoraggio sulle problematiche dei malati affetti da sensibilità chimica multipla (MCS), per comprendere l’esatta entità del problema.  La risposta del Sottosegretario De Filippo, resa nota dal  Centro Studi Parlamentari Nomos, ha evidenziato che il riconoscimento della Sindrome da sensibilità chimica multipla è un’attività che non compete alle Istituzioni sanitarie, ma alla Comunità scientifica. Da anni è in corso un dibattito tra gli esperti, che vede posizioni assai distanti. Sulla questione si è pronunciata anche la Seconda Sezione del Consiglio Superiore di Sanità, che nel 2008 ha ritenuto che la indisponibilità di evidenze nella letteratura scientifica internazionale non consentisse di considerare la Sindrome come entità nosologicamente individuabile.

Riguardo ad un eventuale inserimento della MCS tra le malattie oggetto di particolari tutele, come le malattie rare, il Sottosegretario ha evidenziato che ciò non è al momento possibile per la mancanza di consolidate conoscenze epidemiologiche, cliniche e terapeutiche, che rendono difficili la condivisione di criteri e di metodi diagnostici e, soprattutto, la corretta identificazione dei destinatari dei benefici, rischiando generalizzazioni che provocherebbero solo un aumento della spesa sanitaria.   

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