Diventare mamma, nonostante una malattia rara, si può. Lo ha dimostrato Sara, 31 anni, affetta da una forma grave di osteogenesi imperfetta, una malattia genetica che deforma le ossa e le rende sottili, fragili come il vetro, costringendo chi ne è affetto ad una vita di sofferenza, e che da ventun mesi è mamma di Kevin, un bambino vivace che sta crescendo forte e sano nella Valle del Casentino (Arezzo). Nonostante la malattia, Sara – con grande ottimismo, buona volontà e voglia di vivere - è riuscita comunque ad avere una vita normale, fatta di scuola, discoteca, università, amore, lavoro, matrimonio, due libri pubblicati e sì, anche di un figlio, avuto dal marito Robert, originario di Malindi (Kenya), che ha conosciuto durante uno dei suoi tanti viaggi in Africa.

Sara, nella sua vita, ha subìto 30-40 fratture, forse anche di più, e ha subìto una quindicina di operazioni. Da quando è nata è seguita da uno specialista parigino, e la sua infanzia e giovinezza è trascorsa tra operazioni, terapie, viaggi in Francia per le cure. Poi l’università, frequentata a Siena da fuori sede, e l’amore per l’Africa, soprattutto per il Kenya, che l’ha spinta fino a Malindi, con pochi limiti e l’orgoglio di vivere una ‘normalità imperfetta’. Ed è riuscita a diventare mamma, un evento non programmato e andato a buon fine, nonostante ci fosse il 50% delle possibilità di trasmettere geneticamente al figlio la sua malattia.
Per approfondire la storia di Sara, leggi su Corriere.it la sua intervista. 

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