Il progetto sperimentale è stato sancito da una recente delibera regionale. La protesta delle associazioni: “Il provvedimento esclude totalmente la nostra partecipazione”
È del 20 giugno 2022 la notizia dell’approvazione, da parte della Giunta Regionale della Toscana, della delibera 702 proposta dall’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini, con cui si dà il via ad un progetto sperimentale che prevede il coinvolgimento della figura del ‘paziente esperto’ (PE) nella progettazione di alcune gare per l’acquisto di farmaci e di dispositivi medici, progetto cui ESTAR (Ente di Supporto Tecnico Amministrativo Regionale) darà applicazione. Come specificato dalle linee di indirizzo allegate alla delibera, con la locuzione ‘paziente esperto’ si intende una “persona con patologia cronica oppure oncologica oppure rara (o caregiver) che, oltre all’esperienza di malattia, abbia acquisito una formazione tecnica riguardo ad argomenti inerenti allo sviluppo dei farmaci o dei dispositivi medici erogata da un ente formatore riconosciuto”.
La certificazione di ‘paziente esperto’, infatti, viene rilasciata dall’Accademia dei Pazienti EUPATI (European Patients Academy on Therapeutic Innovation) a seguito della frequentazione di un apposito corso di formazione, organizzato con il supporto di AIFA, il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanità e Farmindustria e con il contributo non condizionato di importanti aziende farmaceutiche.
L’intento del progetto, come indicato nelle linee di indirizzo, è quello di “contribuire al miglioramento dei servizi medici e assistenziali rivolti ai pazienti”. Tuttavia, sono già arrivate a ESTAR e alla Regione Toscana due lettere aperte, scritte da due diversi gruppi di associazioni di pazienti, che contestano il contenuto della delibera.
La prima lettera, firmata dalle 110 associazioni di malati cronici e rari che aderiscono al CNAMC di Cittadinanzattiva, indirizzata anche al Ministero della Salute, chiede il ritiro della delibera “al fine di garantire a tutti, anche allo stesso paziente esperto, inclusività e qualità della partecipazione e tutelare, attraverso la competenza collettiva e organizzata, i diritti di tutti i pazienti, in particolare di quelli più fragili e impossibilitati a rappresentare da soli il proprio punto di vista”.
Come riportato nella lettera, infatti, il rischio di individuare un singolo paziente esperto, indipendente da contesti associativi, è quello che “la rappresentatività di un punto di vista, che è autorevole anche perché è collettivo, venga sostituita - in forma esclusiva e in sede di pubblica decisione - dal contributo individuale di un unico paziente esperto, seppur formato”. “Il tema, ovviamente - si continua a leggere nella lettera - non è escludere i pazienti esperti dal novero dei soggetti legittimati a partecipare, ma, al contrario, impedire che siano inaccettabilmente esclusi dalle pratiche di partecipazione i soggetti organizzati e le associazioni”.
“È una decisione”, si legge ancora, “che rischia di azzerare quanto è stato costruito con gran fatica in questi anni per qualificare l’istituto e le pratiche della democrazia partecipativa e permettere alla componente civica organizzata del nostro Paese di contribuire con il suo irrinunciabile punto di vista alle decisioni che le Regioni devono assumere nell’interesse generale”.
Inoltre, le associazioni che aderiscono al CNAMC esprimono perplessità anche riguardo le occasioni di coinvolgimento del paziente esperto e la richiesta di firmare per presa visione. “Può ESTAR decidere se, come e quando coinvolgere il paziente PE in base alle esigenze dell’Ente – si domandano le Onlus – limitando in modo così netto il perimetro della partecipazione non soltanto rispetto ai soggetti inclusi ma anche alle occasioni di coinvolgimento?”
Nelle linee di indirizzo allegate alla delibera si legge: “Il PE recepisce il progetto di gara e firma il capitolato per presa visione, solo nel caso in cui ne condivida il contenuto”. Le associazioni CNAMC contestano: “Immaginiamo che sia prevista la possibilità che egli invece non lo condivida. Che succederebbe in questo caso? Quale il grado di potere che egli è in condizione di esercitare? ESTAR va comunque avanti? Inoltre, a conferma di quanto sopra espresso nasce lecita una domanda: in nome di chi e con quale assunzione di responsabilità il PE firma da singolo un atto così importante per tante persone?”
La seconda lettera aperta arrivata alla Regione Toscana e ad ESTAR è firmata da AISTOM (Associazione Italiana Stomizzati), ALAMA APS (Associazione Liberi dall'Asma, dalle Malattie Allergiche, Atopiche, Respiratorie e Rare), APIAFCO APS (Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza), APMARR APS (Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare), Associazione Epilessia OdV, Associazione Vivere senza stomaco (si può), CoReSar (Coordinamento Associazioni Malattie Rare della Regione Sardegna - Nicola Spinelli), FIE (Federazione Italiana Epilessie), FINCOPP (Federazione Italiana Incontinenti e Disfunzioni del Pavimento Pelvico), Gruppo Famiglie Dravet, ONCONAUTI e SIDEO OdV (Solidarietà Internazionale Donne con Esperienza Oncologica).
Le associazioni firmatarie esprimono perplessità riguardo ai contenuti della delibera 702 e chiedono un confronto diretto con la Regione per chiarire i dubbi. “Come Associazioni di pazienti e familiari, impegnate da decenni nel portare all’attenzione delle Istituzioni i bisogni dei pazienti e caregiver”, scrivono nella lettera, “esprimiamo forte perplessità e delusione per la scelta di individuare i soli pazienti singoli, ancorché formati, prescindendo dalla loro appartenenza ad una Organizzazione di tutela dei pazienti/familiari, quali interlocutori, escludendo tacitamente le Associazioni di pazienti e familiari dall’avere un ruolo attivo, pur vantando competenze e collaborazioni con le istituzioni e le amministrazioni, consolidate da anni. Si ritiene doveroso sottolineare che le Associazioni Pazienti raccolgono le istanze della Comunità di persone che rappresentano e non possono essere, di conseguenza, escluse dai tavoli decisionali, esclusione che andrebbe ad inficiare direttamente i pazienti stessi, a prescindere dalla presenza del Paziente Esperto”.
“La scelta della Regione Toscana di includere il ‘paziente esperto’ in alcune gare centralizzate e gestite da ESTAR è una scelta che vuole coinvolgere ancora di più, e non escludere, le Associazioni dei pazienti. Il ‘paziente esperto’ non deve essere visto come una figura di paziente singolo portatore di un proprio interesse, bensì di tutta l’Associazione dei pazienti che esso rappresenta e dalla quale è nominato/indicato”. Questo è quanto affermato dall’Assessore al diritto alla salute e sanità della Regione Toscana, Simone Bezzini che, a sua volta, ha risposto alle proteste delle associazioni con una lettera aperta.
La normativa vigente, spiega Bezzini, “prevede che il ‘paziente esperto’ sia l’unica figura non professionale che può essere coinvolta nel percorso di gara a livello di stesura del Capitolato tecnico”, assicurando che ESTAR potrà contare sul contributo delle Associazioni dei pazienti “non solo per la valutazione dei campioni dei prodotti offerti, ma anche, con un loro rappresentante, nella progettazione delle gare - questa è la vera novità - in quanto il ‘paziente esperto’ non va visto come una figura professionale aggiuntiva a quelle già coinvolte (Clinici, Farmacisti e altri) ma come una proiezione delle Associazioni dei pazienti”.
“L’intento della delibera – sottolinea l’Assessore – è quello di far rappresentare le Associazioni dei pazienti - di volta in volta coinvolte a seconda della gara in programma - dal ‘paziente esperto’, intendendo con questo termine una persona affetta da malattia o caregiver che abbia anche una formazione specifica nel settore di farmaci e DM, potenziando e rendendo ancora più strutturale e concreta la possibilità per le Associazioni di incidere sulle scelte che riguardano i pazienti”.
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