Forse possibile individuare la malattia misurando gli anticorpi al virus di Epstein - Barr
USA - Uno studio statunitense appena pubblicato su Plos One suggerisce un potenziale metodo diagnostico per identificare un sottogruppo di pazienti affetti da encefalite mialgica (ME), denominata anche sindrome da stanchezza cronica (CFS).
Il team scientifico ha identificato la presenza di specifici anticorpi legati al virus di Epstein-Barr in alcuni campioni di sangue di pazienti con i sintomi classici della CFS/ME, che hanno risposto positivamente al trattamento del virus.
Si tratta di un piccolo studio ma i ricercatori sostengono la possibilità di sviluppare un test clinico di laboratorio in grado di rilevare questi anticorpi nei campioni di sangue per diagnosticare più velocemente i pazienti con CFS/ME o almeno quelli di loro che presentano l’infezione.
Il virus di Epstein-Barr (EBV) o Human herpesvirus 4 (HHV-4) è un virus a DNA appartenente alla famiglia degli herpesvirus, responsabile della mononucleosi infettiva e coinvolto nella genesi di alcuni tumori epiteliali e di alcuni tipi di linfoma. La gran parte della popolazione viene a contatto con questo virus in età adulta e il virus può rimanere silente per anni.
Secondo i ricercatori il virus nei pazienti con CFS/ME si risveglia parzialmente, generando almeno due proteine virali (DNA polimerasi e dUTPase) in grado di indurre segnali chimici infiammatori che provocano i sintomi della CFS (stanchezza profonda per almeno sei mesi, dolori muscolari, problemi di memoria).
Per confermare che queste osservazioni siano reali e i test sulla presenza del virus e degli anticorpi reattivi dovranno essere fatti a un numero di pazienti decisamente più alto. Le due proteine reattive in futuro potrebbero diventare biomarcatori di malattia, per una diagnosi veloce e precisa.
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