La sindrome emolitico-uremica atipica (SEUa) è una malattia estremamente rara caratterizzata da anemia emolitica (prematura distruzione dei globuli rossi), trombocitopenia (basso numero di piastrine) e insufficienza renale acuta con conseguente uremia (accumulo nel sangue di varie sostanze tossiche di scarto che i reni non riescono più a filtrare e ad espellere attraverso l’urina). Nella maggior parte dei casi, la patologia è causata da mutazioni a carico dei geni che codificano per le proteine coinvolte nella via alternativa del sistema del complemento, un elemento chiave del sistema immunitario umano. Esiste anche una forma acquisita di SEUa correlata alla presenza di anticorpi anti-fattore H.

Il codice di esenzione della sindrome emolitico uremica atipica è RD0010 ("Sindrome emolitico uremica").

La sindrome emolitico-uremica atipica può insorgere a qualsiasi età e la sua manifestazione evidente è solitamente preceduta da un evento scatenante, come ad esempio un’infezione delle vie respiratorie, una gastroenterite virale o la gravidanza. L’organo maggiormente colpito dalla malattia è il rene, con un danno che si presenta con gravità variabile da paziente a paziente ma che tende spesso a peggiorare progressivamente, fino ad evolvere, in circa la metà dei casi, in malattia renale allo stadio terminale.

La SEUa è associata ad un elevato rischio di formazione di trombi in corrispondenza dei piccoli vasi sanguigni di tutto il corpo, con conseguente compromissione della normale circolazione del sangue nell’organismo. A causa di ciò, la malattia può comportare il danneggiamento di numerosi altri organi oltre ai reni, come il cuore (con cardiomiopatia o infarto del miocardio), il cervello (con complicanze neurologiche come mal di testa, visione doppia, irritabilità, sonnolenza, paralisi facciale, convulsioni, attacchi ischemici transitori e ictus), il fegato, i polmoni (con emorragia ed edema) e il tratto gastrointestinale (con colite ischemica). La pressione alta (ipertensione) è comune nei pazienti e può derivare dalla malattia renale o dalla trombosi.

La diagnosi di sindrome emolitico-uremica atipica viene sospettata in presenza di microangiopatia trombotica con interessamento renale, attraverso l’esclusione delle principali patologie che sono caratterizzate da un quadro clinico simile a quello della SEUa. La conferma diagnostica può giungere da analisi genetiche mirate, da test di funzionalità delle proteine del sistema del complemento e dalla ricerca di anticorpi anti-fattore H.

Per anni, il trattamento standard della sindrome emolitico-uremica atipica è stato incentrato sullo scambio o sull’infusione di plasma, un approccio che però non si è mai dimostrato realmente efficace, con molti pazienti che sperimentavano recidive di malattia se non sottoposti a una terapia di mantenimento a lungo termine. Oggi, il trattamento di prima linea raccomandato per la SEUa si basa sull’impiego di eculizumab, un anticorpo monoclonale che blocca l’attivazione incontrollata del sistema del complemento. Recentemente, inoltre, è stato approvato un nuovo farmaco, l’anticorpo monoclonale ravulizumab, un inibitore della proteina C5 del complemento a lunga durata d’azione. Per la gestione dell’anemia emolitica può essere necessario il ricorso a trasfusioni di sangue, mentre nei casi più gravi di malattia renale può presentarsi l’eventualità di un trattamento dialitico cronico o di un trapianto d’organo.

Fonti principali:
Orphanet
- National Organization for Rare Disorders (NORD)

Grazie alla collaborazione tra il Dott. Remuzzi e la Dott.sa Coppo il bambino sta bene e la progressione della malattia è stata bloccata

La sindrome emolitico uremica è una rara malattia di origine genetica che come unica opzione curativa aveva il doppio trapianto rene-fegato intervento molto complesso con esito nefasto nella metà dei casi. Per la prima volta in Italia una terapia innovativa ha salvato la vita a un piccolo paziente, che oggi sta bene e ha subito il solo trapianto di rene.

Il farmaco orfano prodotto da Alexion è usato attuamente come terapia per l'EPN

L’Aifa ha deciso il 20 giugno scorso: il farmaco orfano eculizumab, conosciuto con il nome commerciale di Soliris e già in uso per l’emoglobinuria parossistica notturna (EPN), prodotto dalla casa farmaceutica Alexion, sarà per ora erogato dal SSN alle persone affette da sindrome emolitico-uremica atipica (SEUa).

Anemia, problemi di coagulazione e insufficienza renale tale da rendere talvolta necessaria la dialisi. Sono questi i sintomi che caratterizzano una rara malattia, la SEU o Sindrome emolitico-uremica. Nella maggior parte dei casi la malattia è una complicanza di particolare infezioni intestinali ma in una percentuale del 10-20 per cento dei casi la sua origine è genetica (sindrome emolitico-uremica atipica). Per una gran parte dei bambini che soffrono delle forme più gravi la prognosi a 5 anni dall’esordio è infausta. Ora, grazie ad uno studio effettuato al centro di ricerca sulle malattie rare dell’Istututo Mario Negri di Milano e supportato da Telethon sono state individuate una serie di mutazioni genetiche che sarebbero alla base di queste forme della malattia.

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