La lunghezza anomala delle ciglia cellulari destabilizza l’omeostasi cerebrale aggravando la malattia
La malattia di Huntington, rara patologia neurodegenerativa, è causata dalla mutazione del gene che codifica la proteina HTT (proteina huntingtina). Da tempo è noto che la mutazione genetica causa un espansione della poliglutamina (un frammento peptidico consistente in una ripetizione dell’aminoacido glutamina) nella porzione amino-terminale della proteina stessa. Uno studio, pubblicato su The Journal of Clinical Investigation, ha recentemente dimostrato che la proteina HTT in condizioni normali regola la cigliogenesi, attraverso l’interazione della proteina 1 associata all' huntingtina (HAP1) con la proteina PCM1 (periocentriolar material 1 protein).
Grazie a test effettuati sul modello murino il team di ricercatori ha dimostrato che la diminuzione della proteina huntungtina influenza la formazione delle ciglia primarie (appendici cellulari implicate nelle funzioni di movimento). Un ipermorfismo della cigliogenesi può influenzare i neuroblasti, deregolando l’omeostasi cerebrale e aggravando la progressione della malattia.
Il team di ricerca ha infatti evidenziato che l’eliminazione dell’HTT nelle cellule ependimali dei topi (cellule che delimitano le cavità del sistema nervoso centrale e favoriscono la circolazione del liquido cerebrospinale insieme alle ciglia) comporta la delocalizzazione della proteina PCM1, l’alterazione dello stato cigliare e l’idrocefalo. Inoltre l’espansione patogenetica della poliglutamina, dovuta alla mutazione del gene della HTT, comporta l’accumulo eccessivo della proteina PCM1 e la lunghezza anormale delle ciglia nelle cellule striate. L’accumulo di PCM1 nelle cellule ependimali è stato associato a anomalie della lunghezza cigliari sia nei topi affetti da Huntington che nei pazienti umani affetti dalla patologia, e conseguentemente all’alterazione del liquido cerebrospinale.
La scoperta della stretta connessione fra la cigliogenesi e la carenza della proteina HTT consentirà ai ricercatori di indagare approfonditamente sulle funzioni dell’HTT e sui potenziali trattamenti terapeutici futuri.
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