Uno studio italiano multicentrico, pubblicato sul Blood Cancer Journal, dimostrerebbe che il trattamento intermittente con imatinib nel pazienti anziani con leucemia mieloide cronica possa essere una buona soluzione. Secondo gli autori infatti i pazienti anziani che sono responder stabili a imatinib possono avere una risposta stabile anche con un trattamento intermittente.
Qualche tempo fa uno studio clinico aveva già dimostrato che solo il 50% dei pazienti che raggiungono una risposta molecolare profonda (dal 20 al 40% di tutti i pazienti con LMC che assumono imatinib) può raggiungere la remissione senza trattamento quando si interrompe imatinib. Dunque circa la metà dei pazienti dovrebbe assumere il farmaco per tutta la vita, subendone anche gli affetti collaterali (pur trattandosi di un farmaco generalmente ben tollerati).
Il nuovo studio clinico, guidato dal Prof. Domenico Russo dell’Università di Brescia, ha invece osservato i risultati della somministrazione del farmaco a mesi alterni, su un gruppo di 76 pazienti ultrasessantacinquenni, che avevano tutti raggiunto una risposta stabile e ottimale dopo almeno 2 anni di trattamento con imatinib.
Dopo un follow-up mediano di 5,75 anni, 16 pazienti (il 21%) hanno perso sia la risposta citogenetica completa (CCyR) sia la risposta molecolare maggiore (MMR); altri 16 pazienti hanno perso solo l’MMR. Tranne a un paziente, che è stato perso durante il follow-up, a tutti è stata somministrata la stessa dose di imatinib secondo la schedula standard dopo la perdita della risposta, e tutti hanno raggiunto di nuovo una CCyR e un’MMR.
La probabilità di essere ancora sottoposti al trattamento intermittente a 6 anni è risultata del 48% e non si è registrato nessun caso di progressione. Nove pazienti sono deceduti mentre erano in remissione, di cui cinque a causa di un altro tumore, due per una pneumopatia ostruttiva cronica e due per eventi cardiovascolari. L'età mediana al momento della morte era di 75 anni.
Con il trattamento intermittente, scrivono gli autori, gli effetti collaterali del trattamento continuativo si sono dimezzati. Solo 20 pazienti hanno manifestato effetti collaterali, tutti di lieve entità e nel 50% dei casi gli effetti collaterali, in particolare dolori muscolari, crampi e ritenzione idrica, sono scomparsi.
Seguici sui Social