Il farmaco ha dimostrato di poter migliorare il prurito colestatico e ridurre il livello degli acidi biliari sierici
Toronto (Canada) – Aumentano le prove a favore del farmaco maralixibat nel trattamento della sindrome di Alagille: se la molecola aveva già dimostrato la sua efficacia e tollerabilità nei bambini, ora queste evidenze si estendono anche agli adolescenti, come dimostra una recente analisi condotta in questa specifica popolazione di pazienti.
La sindrome di Alagille (ALGS) è una condizione ereditaria e multisistemica: la principale conseguenza è una malattia epatica colestatica secondaria a paucità dei dotti biliari, ma altre manifestazioni cliniche includono stenosi dell'arteria polmonare, facies caratteristica, embriotoxon posteriore (opacità anulare nella zona periferica delle cornee), vertebre a farfalla e anomalie vascolari e renali.
Uno dei sintomi della patologia – spesso insopportabile – è l’incessante prurito colestatico, che viene segnalato nell'88% dei bambini affetti e rappresenta una delle principali indicazioni per il trapianto di fegato. La causa del prurito è stata individuata negli acidi biliari sierici ma i meccanismi esatti alla base di questa relazione non sono ancora stati chiariti completamente. Questo sintomo è spesso refrattario alle terapie convenzionali e anche la diversione biliare chirurgica ha mostrato un'efficacia limitata. Nel frattempo, una percentuale fra il 24 e il 40% dei pazienti con sindrome di Alagille raggiunge oggi l'età adulta con il fegato nativo e potrebbe quindi avere necessità di un trattamento per il prurito.
Maralixibat è un inibitore del trasportatore ileale degli acidi biliari (IBATi) ed è progettato per agevolare l’eliminazione degli acidi biliari attraverso l'intestino: il farmaco è stato approvato per il trattamento della sindrome di Alagille sia negli Stati Uniti che in Europa, ed è da tempo disponibile anche in Italia. Negli studi clinici condotti sui pazienti affetti dalla patologia, il trattamento con maralixibat ha portato a una riduzione significativa sia del prurito che degli acidi biliari sierici, ma in queste sperimentazioni, sebbene fossero inclusi alcuni adolescenti, la maggioranza dei partecipanti aveva un'età inferiore a 12 anni.
Si è resa necessaria, dunque, un'ulteriore analisi che ha preso in esame soltanto i pazienti che avevano ricevuto almeno due dosi di maralixibat ad un’età uguale o superiore ai 16 anni nei tre studi clinici condotti per valutare il farmaco nella sindrome di Alagille. Come riporta la ricerca, appena pubblicata sulla rivista Liver International, 11 pazienti hanno iniziato il trattamento prima dei 16 anni e 3 a partire da quest'età. I primi, per tutta la durata dello studio (quindi fino alla tarda adolescenza o alla giovane età adulta) hanno segnalato un prurito minimo o nullo e i loro acidi biliari sierici sono diminuiti in modo persistente; nel secondo gruppo di pazienti, tutti hanno avuto un miglioramento nel prurito ma gli acidi biliari sierici sono diminuiti soltanto in uno, anche se in maniera drastica.
Anche negli adolescenti il profilo di sicurezza del farmaco è risultato favorevole e coerente con i dati pediatrici precedentemente riportati. Gli eventi avversi gastrointestinali, tra cui diarrea e dolore addominale, sono stati i più frequenti. Nessun partecipante, comunque, ha interrotto il trattamento con maralixibat a causa di eventi avversi correlati al farmaco. Durante il periodo di studio non sono stati segnalati decessi e solo un partecipante è stato sottoposto a trapianto di fegato per via di un carcinoma epatocellulare (HCC), una rara complicanza della sindrome di Alagille. Nonostante il fatto che, secondo le stime, questo tumore insorga in meno dell'1% dei pazienti con ALGS, il dato emerso dall’indagine evidenzia la necessità di una sorveglianza continua del carcinoma epatocellulare negli adolescenti e negli adulti affetti dalla sindrome.
In conclusione, lo studio sottolinea il potenziale impatto positivo di maralixibat negli adolescenti con Alagille che sopravvivono con i loro fegati nativi fino all'età adulta. In particolare, nel sottogruppo di partecipanti che ha iniziato ad assumere il farmaco prima dei 16 anni il beneficio clinico del trattamento è persistito ben oltre questa età. Inoltre – ipotizzano gli autori della ricerca – dato che il particolare meccanismo d’azione di maralixibat riduce il prurito e gli acidi biliari sierici, è plausibile che con il farmaco si possano ottenere miglioramenti anche in relazione ad altre complicanze della colestasi cronica associata alla Alagille.