Il tema è stato al centro dell’intervento del dott. Giuseppe Lo Bello in occasione del secondo incontro “DAAT’S PLACE”
“Prevenire la progressione della malattia intervenendo non soltanto a livello della struttura del polmone, ma anche lavorando sui sintomi e sulla qualità di vita del paziente; migliorare la tolleranza allo sforzo e insegnare al paziente a riconoscere, prevenire e curare le riacutizzazioni, per ridurre i tassi di ospedalizzazione e la mortalità; Infine, aiutare il paziente ad arrivare all’accettazione della patologia sul piano psicologico”. Sono questi gli obiettivi del trattamento del deficit di alfa-1-antitripsina (DAAT) che il dott. Giuseppe Lo Bello, dell’U.O. di Pneumologia Riabilitativa presso gli Istituti Clinici Scientifici Maugeri, IRCCS Tradate (Varese), ha riassunto lo scorso 16 marzo in occasione del secondo incontro online dal titolo “DAAT’S PLACE”, dedicato alla patologia.
Organizzato da Osservatorio Malattie Rare, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Pazienti Alfa1-At OdV e con il contributo non condizionante di Grifols, questo webinar rivolto ai pazienti con DAAT e ai loro familiari è stata un’occasione di confronto diretto su questioni vicine alla loro quotidianità; infatti, rispondendo alle tante domande poste dai pazienti, il dott. Giuseppe Lo Bello e il prof. Antonio Spanevello hanno spiegato il valore dell’uso dei broncodilatatori, dell’ossigenoterapia, della terapia sostitutiva e della fisioterapia respiratoria necessaria per affrontare le conseguenze del deficit di alfa-1-antritripsina.
In particolare, il dott. Lo Bello ha ribadito quanto sia importante, per coloro a cui venga riscontrata questa patologia genetica, seguire un’adeguata attività fisica, che deve essere condotta in maniera regolare e misurata. L’allenamento allo sforzo comporta molti benefici, migliora gli scambi gassosi, la capacità ossidativa del muscolo e l’efficienza della funzione cardiovascolare; inoltre, riduce la dispnea durante l’esercizio e contribuisce a diminuire il rischio di ospedalizzazioni. Una buona attività fisica può dunque essere consigliata anche a chi abbia ricevuto una diagnosi di deficit di alfa-1-antitripsina - come dimostra anche la storia di Enrico - ma è fondamentale stabilirla di concerto con un professionista della salute, che sviluppi un appropriato programma di allenamento, monitorando con attenzione i parametri vitali. Un suggerimento utile anche per i pazienti con bronco-pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), la malattia polmonare più comune che le persone con DAAT hanno la probabilità di contrarre.