Stampa

Prof Vollmer-Conna: “Anche quando dormono, i loro sistemi neurali stress-sensibili sono in allerta, segnalando al corpo che non può rilassarsi. E’ una condizione simile allo stress post-traumatico”. Ma l’origine in questo caso sarebbe fisiolgica

Australia - La Sindrome da Stanchezza Cronica (CFS), meglio conosciuta come Encefalomielite Mialgica, è una malattia sulla quale si sa ancora troppo poco. Un recente studio australiano ha però fatto luce su alcuni aspetti della patologia cronica.
Lo studio, pubblicato sulla rivista online Plos One, suggerisce che nella patologia siano coinvolte anche le funzioni autonomiche (cioè l’attività di centri nervosi che controllano le funzioni vitali).

Secondo gli autori, che hanno monitorato 30 pazienti con CFS, la variabilità della frequenza cardiaca è connessa alle performance cognitive.
I pazienti, unitamente a 40 partecipanti sani monitorati come controllo, sono stati sottoposti a elettrocardiogrammi (sia sotto sforzo che non) e sono state registrate le loro reazioni allo sforzo durante lo svolgimento di attività cognitive.
I pazienti con CFS non hanno mostrato deficit in termini di accuratezza delle prestazioni, ma sono stati molto più lenti rispetto ai controlli sani. I pazienti con CFS sono stati ulteriormente caratterizzati da una bassa variabilità di frequenza cardiaca, una frequenza tendenzialmente più alta rispetto ai controlli, e un tempo di recupero dello sforzo prolungato.

La variabilità della frequenza cardiaca è stata quindi associata agli indici di prestazione e sembra poter predire in modo significativo la variabilità degli indici stessi.
Questi risultati rivelano per la prima volta un'associazione tra riduzione del tono vagale cardiaco e il deficit cognitivo nella CFS.

"Abbiamo studiato la funzione autonomica nella CFS e le nostre scoperte indicano chiaramente una perdita di integrità nei sistemi neurali e fisiologici nella CFS. I pazienti affetti dalla patologia sono iper-sensibili a qualunque tipo di sfida fisica o cognitiva – spiega il professore Ute Vollmer-Conna della University of New South Wales di Sydney - Anche quando dormono, i loro sistemi neurali stress-sensibili sono in allerta, segnalando al corpo che non può rilassarsi. E’ una condizione simile allo stress post-traumatico, solo che nella CFS il trauma originale è probabilmente fisiologico, come ad esempio una grave infezione.”

“Questa è la prima dimostrazione di una associazione tra ridotto tono vagale cardiaco e deficit cognitivo nella CFS – conclude Vollmer-Conna – I nostri risultati confermano le precedenti relazioni con una significativa perdita di modulazione vagale, che diventa particolarmente evidente quando al paziente sono assegnati compiti impegnativi.”

Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento. Maggiori informazioni