La minociclina, uno degli antibiotici più comunemente utilizzati per combattere l’acne, in uso fin dal 1960, sembrerebbe avere effetti positivi sulle persone affette da sindrome dell’X fragile, una malattia genetica che è tra le cause più frequenti di ritardo mentale.
La sindrome colpisce attualmente uno ogni 4.000 maschi, nei quali i sintomi sono generalmente più gravi, e una ogni 8.000 femmine.
Secondo quanto rilevato dalla ricerca, condotta dall’ UC Davis MIND Institute di Sacramento - un istituto di ricerca californiano che si occupa di ricerca nei disordini mentali con particolare attenzione appunto alla sindrome dell’X Fragile, all’autismo e alla sindrome di Tourette, malattia anche questa rara - il trattamento antibiotico migliorerebbe la capacità di attenzione e diminuirebbe l’ansia, una delle manifestazioni tipiche della malattia.
Allo studio clinico si è arrivati dopo aver notato che molti genitori di bambini e ragazzi in cura con l’antibiotico segnalavano, al di là dell’efficacia sull’acne, proprio questi ulteriori effetti. Da qui è nata una vera e propria sperimentazione clinica, finanziata dalla National X Fragile Foundation, effettuata su un gruppo di 50 pazienti con sindrome dell'X fragile alcuni dei quali hanno ricevuto minociclina per almeno 2 settimane ed altri il trattamento placebo. I risultati della ricerca sono appena stati pubblicati sull’American Journal of Intellectual and Developmental Disabilities e, a parte aver registrato effetti collaterali lievi, come disturbi gastrici e perdita di appetito, i genitori dei ragazzi trattati con l’antibiotico hanno riferito miglioramenti nell’uso del linguaggio, nel comportamento e maggiore capacità di attenzione.
"Questa indagine preliminare - ha detto Randi Hagerman direttore medico del Uc Davis MIND Institute e uno dei maggiori esperti mondiali sulla sindrome dell'X fragile - ha dimostrato il miglioramento dei partecipanti, tuttavia, è necessario uno studio clinico controllato per confrontare l'efficacia del trattamento dei pazienti con minociclina e di quelli con placebo".
Non è la prima volta che questo antibiotico di uso tanto comune arriva a sorprendere gli scenziati, in passato infatti sono state provate le sue qualità neuroprotettive in modelli animali ed effetti benefici su malattie neurodegenerative come Parkinson e la corea di Huntington. L'interesse per il suo uso nei pazienti umani con X fragile è salito dopo che uno studio 2009 ha rilevato che minociclina portava a miglioramenti cognitivi in topi geneticamente modificati con X fragile X.