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GPP: evento di lancio del farmaco spesolimab

Il nuovo farmaco spesolimab, approvato da AIFA in regime di rimborsabilità, ha dimostrato di indurre una rapida risoluzione degli episodi acuti della patologia

Dopo una lunga attesa, i pazienti italiani con psoriasi pustolosa generalizzata (GPP) hanno finalmente a disposizione una terapia specifica per la loro patologia: con la Determina 787/2024, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha infatti autorizzato la rimborsabilità di spesolimab (nome commerciale Spevigo), di Boehringer Ingelheim, un innovativo anticorpo monoclonale indicato in monoterapia per il trattamento delle riacutizzazioni della GPP negli adulti e negli adolescenti sopra i 12 anni. La psoriasi pustolosa generalizzata è una patologia rara e sottodiagnosticata, caratterizzata da un'eruzione diffusa di pustole sterili, su pelle eritematosa, spesso accompagnata da sintomi sistemici come febbre, dolore, malessere generale e affaticamento: se non riconosciuta e trattata tempestivamente, la malattia può causare gravi complicanze, fino a mettere a rischio la vita del paziente.

Di tutto questo si è parlato in un incontro svoltosi lo scorso 13 febbraio a Milano, moderato dalla caporedattrice di Sky Italia, Tonia Cartolano, con la partecipazione di esperti del settore medico e rappresentanti delle associazioni dei pazienti. Spesolimab è il primo farmaco specificamente studiato per questa patologia che, fino ad oggi, veniva trattata con terapie mutuate da altre forme di psoriasi, come corticosteroidi, acitretina, ciclosporina e metotrexato, con effetti spesso subottimali.

GPP: NONOSTANTE IL NOME, CON LA PSORIASI C’ENTRA BEN POCO

La psoriasi pustolosa generalizzata (GPP) è una malattia cronica e rara, sistemica e autoinfiammatoria, che si presenta più comunemente nelle donne, solitamente tra i 50 e i 60 anni, con un'incidenza stimata di circa 50 nuovi casi l'anno in Italia. Come ha spiegato il professor Francesco Cusano, Past President ADOI (Associazione Dermatologi-venereologi Ospedalieri Italiani e della sanità pubblica): “La GPP si presenta con un'eruzione diffusa di pustole sterili su pelle eritematosa che si associano, talora, a sintomi sistemici, quali dolore, febbre, malessere generale, affaticamento, e a manifestazioni extracutanee, come colestasi o artrite. Queste improvvise acutizzazioni, chiamate "flare", se non riconosciute e trattate tempestivamente, possono portare a un aggravamento della condizione clinica e, in rari casi, anche al decesso del paziente. Il decorso della malattia è estremamente eterogeneo e imprevedibile, con periodi di remissione, spesso non completa, alternati a riacutizzazioni che possono essere scatenate da diversi fattori, tra cui infezioni, stress, farmaci o sospensione improvvisa di terapie a base di cortisone”.

Nonostante il nome, la GPP è fondamentalmente diversa dalla comune psoriasi in tre aspetti chiave: è una malattia autoinfiammatoria che ha meccanismi patologici specifici; oltre alle caratteristiche pustole, presenta sintomi sistemici come febbre, affaticamento e artrite, manifestazioni raramente presenti nella psoriasi; richiede trattamenti mirati, poiché i farmaci standard per la psoriasi risultano spesso inefficaci per questa malattia.

L’IMPATTO SULLA VITA DEI PAZIENTI E IL PROBLEMA DELLE DIAGNOSI TARDIVE

I pazienti con GPP spesso vivono un'esistenza segnata da isolamento sociale e difficoltà quotidiane. “Quando la malattia è in fase di riacutizzazione – ha sottolineato Valeria Corazza, Presidente dell'Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza (APIAFCO) – con lesioni cutanee molto estese che colpiscono parti del corpo esposte, come le mani e il viso, la stessa vita relazionale e personale viene messa a dura prova. La GPP è dolorosa, la sensazione è che queste pustole brucino la pelle, come un mantello di fuoco che avvolge il corpo”.

Uno dei problemi principali riguarda la difficoltà della diagnosi. Come sottolineato dal professor Cusano, “la diagnosi precoce è importante perché la patologia è altamente impattante sulla vita dei pazienti e il suo andamento clinico rischia di andare fuori controllo se non si interviene tempestivamente con terapie corrette”. La variabilità nelle manifestazioni cliniche della GPP e la possibile confusione con altre forme di psoriasi rendono la diagnosi differenziale particolarmente complessa.

In Italia si contano circa 150 pazienti, ma potrebbero essercene molti di più. Non è facile ricevere una diagnosi a meno che non si presenti una forma grave di GPP. Per questo, tutti gli esperti presenti al convegno hanno concordato sulla necessità di promuovere una maggiore cultura medica su questa condizione. “I primi contatti dei pazienti sono solitamente con farmacisti e medici di medicina generale – ha sottolineato Valeria Corazza – ma spesso costoro non sanno come intervenire perché non conoscono la malattia. Se vengono prescritti farmaci sbagliati la situazione può addirittura peggiorare. Anche specialisti come reumatologi o immunologi potrebbero prescrivere terapie controproducenti se non hanno esperienza con questa specifica condizione. Ad esempio, quando viene somministrato il cortisone si ottiene un miglioramento temporaneo, ma successivamente i sintomi peggiorano”.

UNA RETE DI CURA PER I PAZIENTI

Nel corso dell’evento, gli esperti hanno concordato sulla necessità di creare una rete assistenziale efficace per i pazienti con psoriasi pustolosa generalizzata. Ad oggi mancano percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA) dedicati a questa rara patologia e le persone che ne sono affette, in attesa di una diagnosi, si trovano spesso ad affrontare lunghi percorsi, che vedono potenzialmente coinvolti medici di medicina generale, dermatologi o altri specialisti, prima di approdare ad un Centro di dermatologia con specifico focus sulle varie forme di psoriasi. Per una presa in carico realmente efficace dei pazienti con GPP è auspicabile da un lato l’individuazione di Centri ad alta specializzazione, con le necessarie competenze diagnostiche, cliniche e terapeutiche in merito a questa patologia, e dall'altro la realizzazione di una rete dermatologica territoriale che sia integrata con tali Centri di riferimento.

I FARMACI USATI FINO AD OGGI E LA NUOVA TERAPIA MIRATA

Finora per la GPP sono state prese in prestito le terapie usate per altre forme di psoriasi, che però hanno dato scarsi risultati, perché mentre nello sviluppo della comune psoriasi intervengono proteine come il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-alfa) e le interleuchine IL-17 e IL-23, nella GPP la cascata infiammatoria è legata principalmente all’interleuchina 36 (IL-36). La centralità dell’IL-36 nella psoriasi pustolosa generalizzata ha portato allo sviluppo del primo farmaco specifico per questa malattia: l’approvazione da parte di AIFA di spesolimab, un anticorpo monoclonale anti-IL-36, rappresenta quindi una svolta nella gestione della GPP.

“La sicurezza e l’efficacia della molecola sono state analizzate nello studio di Fase II Effisayl 1, multicentrico, in doppio cieco e controllato con placebo, che ha mostrato un rapido controllo delle manifestazioni cutanee entro una settimana dal trattamento”, ha spiegato la professoressa Maria Concetta Fargnoli, Vice Presidente SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse). I risultati della sperimentazione mostrano che, alla settimana 1 dopo il trattamento, il 54% dei pazienti trattati con spesolimab ha raggiunto un punteggio di pustolazione pari a 0 (indicativo di assenza di pustole visibili), rispetto al 6% del gruppo placebo. Inoltre, il 43% dei pazienti del gruppo spesolimab ha raggiunto un punteggio totale GPPGA (che valuta la gravità complessiva della malattia) di 0 o 1, indicativo di pelle libera o quasi libera da lesioni, rispetto all'11% dei pazienti del gruppo placebo. Spesolimab agisce rapidamente, portando alla scomparsa delle pustole e riducendo la severità clinica della GPP, con una diminuzione dei livelli di proteina C reattiva e dei neutrofili. Questo rappresenta un cambiamento significativo nell'approccio terapeutico alla malattia.

IL FUTURO DELLA TERAPIA PER LA GPP

L'approvazione di spesolimab rappresenta un primo importante passo nella gestione della psoriasi pustolosa generalizzata, ma la ricerca continua. Lo studio Effisayl 2, recentemente completato, ha valutato l'efficacia della terapia di mantenimento con spesolimab nella prevenzione a lungo termine delle riacutizzazioni della GPP. I risultati mostrano che il farmaco ha indotto una riduzione dell'84% del rischio di riacutizzazioni, nell'arco di 48 settimane, rispetto al placebo. La prevenzione degli episodi acuti della GPP con un trattamento efficace e ben tollerato coprirebbe un bisogno altamente insoddisfatto, riducendo l'impatto delle comorbidità e della mortalità associate alla patologia.

L'IMPORTANZA DELL’INFORMAZIONE E DELLA CONSAPEVOLEZZA

Ilaria Ciancaleoni Bartoli, Direttrice di OMaR (Osservatorio Malattie Rare), è intervenuta al convegno in collegamento da remoto, evidenziando un altro aspetto fondamentale: “Essere ben informati quando si parla di malattie rare, o comunque meno note, come nel caso della GPP, diventa essenziale, tanto per il paziente quanto per tutti gli operatori sanitari che in qualche modo potrebbero vedere il paziente stesso”. La disponibilità di informazioni corrette e facilmente accessibili rappresenta un elemento cruciale per migliorare la diagnosi precoce della psoriasi pustolosa generalizzata e garantire un accesso tempestivo alle terapie. “Ora che finalmente è disponibile un farmaco in grado di spegnere velocemente le manifestazioni acute della malattia è essenziale che pazienti e operatori sanitari ne siano a conoscenza, e anche che le diverse regioni si strutturino per darne un accesso veloce”, ha aggiunto Ciancaleoni Bartoli.

UNA SVOLTA PER I PAZIENTI

“Le persone colpite da psoriasi pustolosa generalizzata convivono con una malattia cronica che si presenta come limitante, dolorosa e visibile, quindi con grande impatto emotivo, oltre a rappresentare un rischio per la sopravvivenza”, ha dichiarato Morena Sangiovanni, Presidente Boehringer Ingelheim Italia. “Noi di Boehringer Ingelheim siamo orgogliosi di aver sviluppato la prima terapia mirata per chi convive con questa grave patologia. Spesolimab è ora disponibile e rimborsato per la gestione delle fasi acute, più dolorose e più pericolose, della GPP”.

Per Valeria Corazza, l’approvazione di questo nuovo farmaco rappresenta “davvero un cambiamento epocale”, che restituisce ai pazienti serenità e una migliore qualità di vita dopo anni di attesa. L'auspicio è che l'accesso alla terapia possa essere garantito rapidamente su tutto il territorio nazionale, sostenuto da una maggiore consapevolezza della malattia e da un'efficace rete diagnostico-terapeutica.

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