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Si è concluso in questi giorni, con gli ultimi 3 episodi, il progetto #huntingtonstories, che è stato realizzato dell’associazione Huntington Onlus e ha visto la pubblicazione e la divulgazione di 9 video-testimonianze ispirate alla vita delle persone con malattia di Huntington e dei loro famigliari.
Nel settimo episodio, la dr.ssa Chiara Zuccato, biologa e docente all’Università degli Studi di Milano, spiega l’origine genetica della malattia e il suo esordio.

“Nella Huntington, ad essere colpita è una delle aree più profonde del cervello”, chiarisce la dr.ssa Zuccato. “I neuroni faticano a comunicare tra loro e a trasmettersi i giusti segnali, infine degenerano. Tutto ciò causa disturbi emotivi, cognitivi e del movimento”.

L’ottavo episodio racconta la storia di Silvia, che a 23 anni ha scoperto di essere positiva alla patologia: “inizialmente ero spaventata, ma successivamente con l’aiuto mio e solo mio (perché non volevo nessun aiuto esterno) ho deciso di andare avanti e di fare le cose che non avevo ancora fatto. Lavoro (faccio la commessa), guido la macchina (quindi sono abbastanza autonoma), faccio comunque sport (vado in bicicletta e vado in palestra), esco a mangiare per pranzo, cena o l’aperitivo, vado in discoteca e ho anche una relazione”.

La campagna di sensibilizzazione si conclude con il nono episodio, in cui Claudio Mustacchi, Presidente di Huntington Onlus ci ricorda che tutti noi abbiamo il compito di farci carico dell'esistenza altrui, divenendone i portavoce e i testimoni: "questa malattia si chiama anche “corea”. Corea ricorda la danza ma ricorda anche il coro, forse la cura è un'azione corale di tutte queste persone, i medici che possono contenere i sintomi, le famiglie che cercano di capire e confrontarsi con questa malattia, le istituzioni che stanno accanto alle famiglie e alle persone. Ecco, tutto questo sforzo collettivo è la cura che noi oggi abbiamo a disposizione".

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