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La sordità è una delle conseguenze più comuni all'infezione contratta in gravidanza. Un team israeliano ha ottenuto miglioramenti nell'83 per cento dei casi mediante terapia con ganciclovir/valganciclovir

ISRAELE - L'infezione da citomegalovirus (CMV), contratta dalla madre in gravidanza e trasmessa al feto, è una delle principali cause di perdita dell'udito sensorineurale infantile nei paesi industrializzati, essendo responsabile del 15-25 per cento dei casi negli Stati Uniti.
La maggior parte dei bambini presenta i sintomi già alla nascita, tuttavia in una minoranza dei casi la perdita graduale dell'udito può insorgere anche mesi o anni dopo la nascita ed essere difficile da diagnosticare.

 

Il team del Dr. Jacob Amir dello Schneider Children’s Medical Center dell'Università di Tel Aviv, in uno studio pubblicato di recente su Clinical Pediatrics, ha dimostrato che la somministrazione di terapia antivirale è in grado di prevenire ulteriori peggioramenti e addirittura di portare a miglioramenti.

Nello studio 21 bambini asintomatici alla nascita e curati con ganciclovir o valganciclovir all'insorgenza dei sintomi, in media all'età di 7 mesi, sono stati seguiti per circa un anno attraverso esami audiometrici periodici e valutati per l'end-point primario della necessità di impianto cocleare.
14 di questi bambini presentavano sordità bilaterale e 7 unilaterale, delle 42 orecchie testate prima della terapia 22 (il 52 per cento) presentavano perdita lieve dell'udito, 10 (24 per cento) moderata e 3 (7 per cento) perdita grave.

Alla fine della terapia nessun bambino necessitava di impianto cocleare e 36 orecchie su 42 (86 per cento) presentavano udito normale, 2 udito lievemente danneggiato, 2 perdita moderata e 2 perdita di udito grave (5 per cento). Considerando solo le orecchie danneggiate è stato possibile osservare un miglioramento nell'83 per cento dei casi e in nessun caso ci sono stati peggioramenti.
La neutropenia, cioè la diminuzione dei globuli bianchi nel sangue, è stato l'unico effetto collaterale della terapia antivirale, osservato in 11 pazienti (52 per cento) solo nei primi 3 mesi di cura e che non ha portato alla sospensione del trattamento in alcun caso.
Il miglioramenti sono stati più evidenti in caso di perdita dell'udito iniziale lieve o moderata e sorprendentemente i risultati ottenuti sono stati migliori rispetto a quelli ottenuti in bambini affetti da CMV e sintomatici alla nascita curati nel periodo neonatale.

Gli autori ipotizzano che questo sia dovuto alle peggiori condizioni di salute dei neonati sintomatici, nei quali probabilmente il danno inizia già nel periodo intrauterino e spesso coinvolge più organi.
Gli autori concludono: “Gli effetti della cura antivirale sui danni all'udito a insorgenza tardiva nei bambini con citomegalovirus congenito sono molto incoraggianti e dovrebbero portare a uno studio controllato al fine di validare i risultati”.

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