Il farmaco non è ancora approvato per questa malattia, i primi risultati delle sperimentazioni al congresso dell’American Hematology Society
Boundry (Svizzera) – Celgene International ha presentato i risultati di due studi in cui pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B sono stati trattati con lenalidomide in occasione del congresso annuale dell’American Society of Hematology, svoltosi a New Orleans.
Nel primo studio, l’ipotesi da valutare era se un trattamento prolungato con lenalidomide in combinazione con rituximab potesse risultare in una riduzione clinicamente significativa del rischio di recidiva, a confronto della monoterapia con l’immunomodulatore. Nei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B, classificati a rischio intermedio/alto o alto secondo i paramentri internazionali, il tasso di recidiva è alto entro il primo anno dopo la conclusione della chemio-immunoterapia standard (schema terapeutico R-CHOP, ovvero rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina, prednisone). Il primo endpoint dello studio era di valutare la sopravvivenza libera da malattia (DFS) a un anno dal trattamento. Sono stati coivolti 44 pazienti randomizzati in due sottogruppi, monoterapia con lenalidomide e terapia combinata con lenalidomide e rituximab, entrambe somministrate per 21 giorni a cicli di 28 giorni. Dai risultati dello studio, la terapia di mantenimento con lenalidomide dimostra una risposta clinica conforme a quella della chemioterapia standard.
Nel secondo studio è stata valutata l’efficacia della lenalidomide, in combinazione con chemioterapia e rituximab (schema terapeutico RCHOP21), nel migliorare la risposta generale in pazienti anziani con linfoma diffuso a grandi cellule B non precedentemente trattati. Come sottolineato dagli autori dello studio, il trattamento standard è inefficace nel 40% di questi pazienti. Lo studio, di fase II, ha coinvolto 49 pazienti, trattati con RCHOP21 e lenalidomide per 14 giorni consecutivi in 6 cicli terapeutici. Al termine del trattamento, la sopravvivenza generale registrata è del 92%, è stata osservata una risposta completa nell’86% dei casi e parziale nel 6%.
In occasione dell'evento è stato presentato anche un terzo studio in cui è stata valutata l’efficacia della terapia combinata con lenalidomide e rituximab nel migliorare la risposta in pazienti con linfoma indolente o mantellare precedentemente trattati in monoterapia con rituximab. Sono stati coinvolti 42 pazienti, sottoposti a due cicli da 28 giorni con somministrazione quotidiana di lenalidomide e settimanale di desametasone. Al termine del trattamento, è stata registrata una risposta completa nel 40% dei casi.
Lenalidomide è un farmaco approvato in 70 Paesi nel mondo per il trattamento di pazienti con mieloma multiplo, in seconda linea, in combinazione con desametasone. Negli Stati Uniti, è approvato per il trattamento di pazienti con linfoma cellulare mantellare in recidiva o in progressione dopo due cicli terapeutici standard. In nessun Paese del mondo lenalidomide è ancora stato indicato per il trattamento di linfoma diffuso a grandi cellule B.
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